Appello dell'Esecutivo dell'IC
sui risultati della conferenza di Berlino

(aprile 1922)


Da Internationale Presse Korrespondenz, 27 aprile 1922, n. 55, pp. 436-437.
In traduzione italiana Aldo Agosti,
Op. cit., I/2 pp. 570-572.


Agli operai dotati di coscienza di classe di tutto il mondo!

Il Comitato esecutivo della Internazionale comunista ha esaminato attentamente i risultati della conferenza di Berlino delle tre Interna­zionali e ha approvato all'unanimità l'accordo concluso a Berlino. L'Esecutivo esige ora dalla Seconda Internazionale e dalla Internazio­nale due e mezzo una conferma altrettanto chiara, aperta e formale delle deliberazioni prese a Berlino.

Ma noi vi diciamo con piena franchezza: il fronte unico che sta appena sorgendo si trova in grave pericolo. I capi della Seconda Inter­nazionale lo vogliono soffocare in germe e utilizzeranno qualunque espediente per raggiungere questo loro scopo. Lo svolgimento della conferenza di Berlino delle tre Internazionali lo ha dimostrato nel modo più chiaro.

A Berlino i capi della Seconda Internazionale si sono rifiutati di acconsentire alla convocazione immediata di un congresso mondiale di tutti gli operai. Hanno avuto il triste coraggio di respingere la parola d'ordine della revisione del trattato brigantesco di Versailles, che pesa come un incubo sui lavoratori di tutto il mondo. Nel mo­mento stesso in cui i tiranni borghesi di tutto il mondo si riunivano a Genova, con lo scopo principale di scaricare sulle spalle degli operai i costi della più grande guerra imperialistica, i capi della Seconda Internazionale respingevano la nostra proposta, che mirava a radunare i rappresentanti degli operai di tutto il mondo per dare espressione alla volontà dei proletari di tutti i paesi.


[La borghesia vuole che in questo momento più che mai la classe operaia se ne resti quieta. Obiettivamente la Seconda Internazionale e l'Internazionale due e mezzo a Berlino hanno assecondato questo desiderio.]


Che cos'è il fronte unico, e che cosa dovrebbe diventare? Il fronte unico non vuole e non deve essere semplicemente una fraternizzazione dei capi di partito. Il fronte unico non sarà creato in conci­liaboli con quei «socialisti» che erano ancora fino a poco tempo fa ministri borghesi. Il fronte unico significa l'unione di tutti gli operai, che siano comunisti, anarchici o socialdemocratici, indipendenti o senza partito, o addirittura cristiani, contro la borghesia. Con i dirigenti, se essi lo desiderano, senza i dirigenti, se rimangono da parte, indiffe­renti, nonostante i dirigenti e contro i dirigenti, se essi sabotano il fronte unico dei lavoratori.

E questo vero fronte unico della lotta comune è inevitabile. Non può fare a meno di giungere, se gli operai vogliono difendere i loro interessi più autentici e più elementari contro l'offensiva del capitale.


[La classe operaia è stata costretta negli ultimi mesi sulla difensiva. L'IC dichiara di essere pronta a tutto per organizzare la resistenza della classe operaia, di essere disposta anche a trattare con i dirigenti riformisti e centristi. Ma la possibilità di costruire il fronte unico dipende dagli operai stessi: è necessario portare avanti questa parola d'ordine a tutti i livelli e in tutte le sedi.]


Ci rivolgiamo in particolare ai lavoratori senza partito e a quei proletari che continuano ad appoggiare la Seconda Internazionale e l'Internazionale due e mezzo. Noi vi dichiariamo: voi non siete ancora dei comunisti, molti di voi sono ancora direttamente ostili al comu­nismo. Verrà il momento in cui vi renderete conto della giustezza della concezione comunista. Noi attenderemo pazientemente quel mo­mento, che segnerà l'inizio della vera liberazione di tutta la classe operaia. Ma fin d'ora vi tendiamo fraternamente la mano e vi rivol­giamo questo appello: nonostante tutte le differenze di opinione poli­tica, venite con noi, organizzate insieme a noi il fronte unico contro i capitalisti. Per un pezzo di pane, contro la riduzione del salario, per l'aiuto ai disoccupati vogliamo e dobbiamo combattere insieme nono­stante tutte le differenze di opinione politica. In questa lotta dob­biamo resistere insieme. O il fronte unico di tutti i proletari del mondo intero o la morte per fame e la degradazione della classe operaia. Il problema si pone in questi termini.

Esigete dai dirigenti sindacali e dai capi politici della Seconda Internazionale e della Internazionale due e mezzo una risposta chiara e senza ambagi alla questione: insieme agli operai che sono per il comunismo contro la borghesia, oppure con la borghesia contro il comunismo, e quindi per la riduzione del salario, per l'ingrossamento dell'esercito dei disoccupati, per la miseria e la morte nella famiglia operaia?

Formate il fronte unico anche su scala locale, non aspettate il per­messo dei capi della Seconda Internazionale, che sono rimasti per troppo tempo in comunione spirituale col mondo borghese perché si possano svincolare ora rapidamente da questo rapporto. In ogni fabbrica, in ogni miniera, in ogni città, in ogni distretto, gli operai comunisti devono prepararsi alla lotta comune contro la borghesia insieme agli operai socialisti e senza partito. Il partito comunista rimane un partito indipendente, esso è sicuro che in breve tempo tutti i proletari onesti entreranno nelle sue file, ma il partito comunista è sempre pronto a combattere contro i capitalisti spalla a spalla con ogni operaio.

Ancora una volta: esigete la convocazione immediata di un con­gresso mondiale della classe operaia. Questo è il primo passo sulla via di un fronte unico effettivo di tutti i proletari. L'Internazionale comu­nista vi dichiara solennemente che essa lascerà da parte tutto ciò che può danneggiare l'unità effettiva di tutti i proletari. Viva la lotta comune contro l'offensiva del capitale!, questa deve diventare la parola d'ordine di milioni e milioni di lavoratori in tutto il mondo.

Ci rivolgiamo a tutta la stampa della Seconda Internazionale e della Internazionale due e mezzo, come pure a quella degli anarchici, dei sindacalisti, dei senza partito, ecc., esortandola a ripubblicare integralmente questa nostra dichiarazione, e siamo pronti, a nostra volta, a far ripubblicare integralmente sulla nostra stampa le dichia­razioni corrispondenti delle suddette organizzazioni. È giunto il mo­mento in cui bisogna dire apertamente chi è a favore e chi è contro il fronte unico dei proletari.