Winston Churchill

Dichiarazione sull'Italia

Discorso sulla politica estera pro­nunziato da Churchill alla Camera dei Comuni il 22 febbraio 1944, in Politica estera, Roma, luglio 1944. Il testo è ripreso da "Dalla Monarchia alla Repubblica", a cura di Enzo Santarelli, Editori Riuniti, Roma 1974, pp.100-103.



Così in Italia trattiamo per ora col governo del re e di Badoglio [...].

   Abbiamo firmato l'armistizio con l'Italia, sulla base della resa senza condizioni, con re Vittorio Emanuele e con il maresciallo Badoglio che costituivano, e tuttora co­stituiscono, il governo legittimo dell'Italia. Ottemperando ai loro ordini la marina da guerra italiana, non senza rischi e perdite, si è arresa a noi e praticamente tutte le truppe italiane che non erano controllate dai tedeschi hanno pure obbedito all'ordine della corona. Da allora queste forze italiane hanno cooperato con noi nel miglior modo loro possibile, e circa cento navi da guerra italiane stanno ora rendendo importanti servizi nel Mediterraneo e nell'Atlantico. Truppe italiane sono entrate in linea in Italia. Sebbene in uno scontro esse abbiano sofferto dure perdite, continuano a combattere a fianco dei nostri e in numero ancor più grande assicurano servizi indispensa­bili alle truppe alleate nelle retrovie.

   La battaglia dell'Italia, per ragioni che ho già spiegato, sarà dura e lunga. Non si potrebbe formare attualmente un qualsiasi altro governo capace di ottenere la stessa obbedienza dalle forze armate italiane.

   Qualora noi avessimo successo nella battaglia attuale, e entrassimo a Roma, cosi come ho fiducia e ritengo che faremo, saremmo liberi di riconsiderare l'intera situazione politica italiana e ciò faremo con molte facilitazioni che non abbiamo attualmente. È a Roma che un governo ita­liano su una base più vasta può meglio essere formato.

   Io non posso dire se un governo così formato sarà di tanto aiuto agli Alleati quanto lo è quello attuale; po­trebbe anche essere un governo che tentasse di guadagnar­si le simpatie degli italiani resistendo, per quanto potesse osarlo, alle richieste rivoltegli nell'interesse degli eserciti alleati.

   Mi dispiacerebbe, comunque, di veder fatto un muta­mento che provochi turbamenti (unsettling change) in que­sto momento in cui la battaglia è all'apice, con alterna vicenda. Quando occorre tenere in mano una caffettiera bollente, è meglio non rompere il manico finché non si è sicuri di averne un altro ugualmente comodo e pratico o comunque finché non si abbia a portata di mano uno strofinaccio. I rappresentanti dei vari partiti italiani, che si sono riuniti due settimane fa a Bari, sono naturalmente ansiosi di diventare il governo d'Italia. Essi certamente non avranno nessuna autorità elettorale o costituzionale fintantoché o l'attuale re abdichi, ovvero egli o il suo suc­cessore li inviti ad assumere il potere. Non è affatto sicuro che essi avrebbero un'effettiva autorità sulle forze armate italiane che attualmente combattono al nostro fianco.

   L'Italia giace prostrata sotto le sue disgrazie e miserie, i viveri sono scarsi, il tonnellaggio per trasportarli è vora­cemente assorbito dalle nostre operazioni militari in conti­nua espansione. Credo che quest'anno il tonnellaggio degli Alleati sia aumentato di 12 milioni di tonnellate, tuttavia la scarsità continua perché le nostre grandi operazioni assorbono ogni nuova nave non appena pronta e i trasporti di viveri sono difficili. Sarebbe un errore supporre che in Italia esista lo stesso genere di forze e di condizioni politiche che con tanto vigore lavorano in paesi imbattuti o in altri che non sono stati sconvolti dalla guerra oppure soffocati da un lungo periodo di dominazione fascista.

   Saremo in grado di vedere molto più chiaramente co­me procedere e di avere risorse molto più variate a nostra disposizione se e quando avremo il possesso della capitale.

   La politica pertanto, su cui il governo di Sua Maestà si è provvisoriamente accordato col governo degli SU, consiste nel vincere la battaglia di Roma e nel prendere nuo­vamente in esame la situazione quando saremo in quella città.