NEL 60° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI STALIN

Intervento di Amedeo Curatoli

Nell’onorare la memoria di Stalin, che insieme al Partito e ai popoli sovietici, seguendo gli insegnamenti di Lenin, è stato il principale artefice del primo Stato socialista divenuto la seconda potenza mondiale, dovremmo mettere in luce i difensori odierni di quella esperienza storica, e denunciare invece i suoi detrattori i quali, come se non fossero bastati Trotski e il XX Congresso del Pcus, hanno inventato nuove diffamazioni ai danni di Stalin, anzi del cosiddetto “Stalinismo” sotto l’aspetto di nuove filosofie e nuove categorie per abbellire la società borghese imperialista e infangare il comunismo.

C’è uno storico statunitense (Grover Furr) dell’Università di Montclair nel New Jersey che rovistando negli archivi statali di Mosca che sono stati via via desecretati, ha trovato e tradotto in inglese (dal russo) una serie di documenti di straordinaria importanza e finora sconosciuti, che smentiscono TUTTE (sottolineato tutte) le infamanti accuse che Krusciov ha rivolto a Stalin nel famigerato rapporto “segreto” passato alla Cia prima ancora che ai Partiti “fratelli”. Furr ha pubblicato un libro “Krusciov lied” (Krusciov ha mentito) che dovrebbe essere letto e studiato dai marxisti leninisti. Sul sito di questo professore di storia medievale, sbocciato, potremmo dire, nel paese più anticomunista del mondo ma che è, per la legge dantesca del contrappasso, uno dei più strenui e convincenti difensori dell’Unione Sovietica dell’epoca di Stalin, sul suo sito, dicevamo, vi si trovano tradotte anche le suppliche inviate da Bucharin al Plenum dell’Ufficio Politico del Pcus prima di essere giustiziato (1938). Queste suppliche rivelano quanto infame e mentitore sia stato questo personaggio. Il sito è:

     http://msuweb.montclair.edu/~furrg/research/bukharinappeals

Bucharin, che si prostra ai piedi del Partito dicendo di aver confessato tutti i suoi crimini, non svela però che il Ministro degli Interni dell’epoca, Ezhov, (che ricoprì questa carica dal 1937 al 1939), faceva parte della congiura trotskista. Ezhov, profittando ad arte del legittimo e comprensibile clima di sospetto che si diffuse in tutta l’Unione Sovietica in seguito alle agghiaccianti confessioni dei congiurati trotskisti e buchariniani divenuti spie dei nazisti e del fascismo giapponese, mandò a morte, consapevolmente, CENTINAIA DI MIGLIAIA di innocenti per tramandare, dell’Unione Sovietica, l’immagine di un Paese che metteva in atto massacri indiscriminati. Furr ha tradotto gli interrogatori di Ezhov che portarono alla sua condanna a morte. Si trovano nel sito:

     http://msuweb.montclair.edu/~furrg/research/ezhov042639eng.html

Nel commentare l’operato di Ezhov, lo storico statunitense conclude che in effetti le cosiddette “Grandi purghe” non furono opera di Stalin ma di Bucharin, il quale -come abbiamo visto- anche sul punto di morire si rifiutò di rivelare la vera identità politica di Ezhov il quale poté quindi compiere, prima di essere scoperto, la sua scellerata opera di assassino, dall’alto della carica pubblica che ricopriva.

In difesa di Stalin, i marxisti leninisti dovrebbero tradurre e pubblicare integralmente - sarebbe la prima volta in Italia - i Processi di Mosca del 1936-37 e 38 (che Feltrinelli ebbe il grande merito di stampare in “reprint”, in versione francese) editi, in lingue estere all’indomani stesso dei Processi, a cura del Ministero di Grazia e giustizia dell’Urss. Finora, ne sono sempre apparsi stralci, frutto di arbitrarie nonché ignominiose manipolazioni (tali quelle di Silvio Pons e di Pierluigi Contessi) al fine di dimostrare l’indimostrabile: che cioè quei processi sarebbero stati di dubbia veridicità e dunque storicamente del tutto inattendibili. Questi reprint Feltrinelli si trovano nelle principali Biblioteche Nazionali e Universitarie del nostro Paese. E -ripeto- se noi marxisti leninisti ci assumessimo il compito di tradurli e pubblicarli, oltre a dare un solenne ceffone alla cultura trotskista che ha ancora una certa influenza in Italia, renderemmo un grande e meritevole servigio alla Verità storica dell’Urss di Stalin. Se non fossero stati pubblicati integralmente quei processi, e fossero stati conservati negli archivi segreti (dove giace ancora il processo a Tukacewski che non è consultabile perché ancora sotto vincolo del segreto di Stato), probabilmente quegli atti sarebbero stati distrutti. Ma nonostante siano stati dati alle stampe e quindi diffusi in tutto il mondo, Krusciov e poi Gorbaciov ebbero l’incredibile improntitudine di dichiarare falsi quei Processi e “assolvere” gli imputati (TUTTI REI CONFESSI)! della congiura trotskista.
Sarebbe bello se da questa Assemblea si uscisse con l’impegno di costituire una Commissione per la traduzione e pubblicazione dei Processi di Mosca.

Una esecrabile calunnia al comunismo (e all’Unione sovietica contro cui è scagliata quella calunnia) e che si aggiunge alle innumerevoli, di Trotski e precede quelle di Krusciov, è costituita dalla “teoria” del doppio totalitarismo, nazismo e comunismo, enunciata da Hannah Arendt e condivisa dal filosofo ex-nazista Heidegger e ripresa poi dal “marxista” Hobsbawm. L’ha fatta propria, peggiorandola ulteriormente, anche Toni Negri.

Dice Negri: “E’ una tragica ironia del destino che, in Europa, il socialismo nazionalista (intende L’Urss) finisse per somigliare al nazionalsocialismo. Questo non significa, come amano pensare gli intellettuali liberali, che gli estremi si toccano”. Lui, che invece è un intellettuale che si considera “comunista” ritiene che “il concetto di totalitarismo avrebbe dovuto scavare molto più a fondo (intende dire che non bastano le infamie enunciate dalla Harendt): il totalitarismo consiste nella negazione stessa della vita in società, nell’erosione delle sue basi e nella privazione, sia teorica che pratica, della possibilità di esistenza della moltitudine” (L’Impero pag. 115). Quindi per Negri il totalitarismo è “negazione stessa della vita in società”, è “privazione, sia teorica che pratica, della possibilità di esistenza della moltitudine”, cioè il comunismo, come il nazismo, è: sterminio di massa.

Purtroppo questa sciagurata teoria è stata ripresa anche dal compagno Domenico Losurdo. Sentiamolo: “Accostare Unione Sovietica e Germania nazista per un verso è una banalità(???)”(è un’infamia, non una banalità)… E “per un altro verso” - ci chiediamo? Losurdo così prosegue: “Lo stato d’eccezione permanente non è solo un dato oggettivo. Nel nazismo esso è anche il risultato di un programma politico che, con la sua aspirazione al dominio planetario, finisce con il rendere permanente lo stato di guerra. Considerazioni analoghe (badate: “analoghe”) si possono fare per il comunismo: allorquando esso (il comunismo) insegue ossessivamente l’utopia di una società monda da ogni contraddizione e da ogni conflitto, (vi risulta che sia questo il comunismo, compagni?) finisce (questa “utopia”) con il produrre una sorta di rivoluzione e guerra civile permanente. Anche da questo punto di vista, la comparatistica è pienamente legittima”: E così prosegue (attenzione!): “Giunto al potere in Russia sull’onda della protesta contro questo mondo, il comunismo ha a sua volta comportato il sacrificio di milioni di uomini, ridotti a “materiale grezzo” per la costruzione di una nuova società” (“Il peccato originale del 900”, pag.44-45).

In ultima analisi, anche per Negri e Losurdo, la teoria del doppio totalitarismo, facendo la “comparatistica” fra gli orrori del nazismo e i sedicenti orrori del comunismo, si riduce a celebrare la democrazia politica borghese come il migliore o il meno peggiore dei mondi possibili.

Termino: gli organizzatori di questo Convegno esprimevano l’augurio che esso non fosse solo un episodio occasionale ma anche una “prospettiva di lavoro comune”. Bene, penso che dovremmo auspicare un nuovo incontro per discutere fra noi (e cercare di superarla) una grave contraddizione che ci divide: la Cina.

Dovremmo analizzarla a fondo questa questione, confrontarci seriamente, sottoporla al vaglio del nostro studio, senza ripetere, da ambo le parti frasi indimostrate: la Cina è capitalista – la Cina è socialista.

Amedeo Curatoli