Partito comunista cinese

Sul bilancio storico
della dittatura del proletariato nell’URSS
Stalin sbagliava parlando di
‘stato di tutto il popolo’
[1]

Hongqi, 1967


  [...]

  Dopo la realizzazione dell'industrializzazione socialista e della collettivizzazione dell'agricoltura nell'Unione Sovietica, ovvero il virtuale completamento della trasformazione socialista della proprietà dei mezzi di produzione, Stalin fece un rapporto all'VIII Congresso dei Soviet dell'URSS, nel novembre del 1936, intitolato Sul progetto di Costituzione dell'URSS. Questo rapporto faceva correttamente il bilancio dei grandi successi ottenuti dall'Unione Sovietica nella sua rivoluzione socialista e nella sua edificazione socialista ma nello stesso tempo mostrava in maniera concentrata i difetti di Stalin nella teoria.

  In teoria, Stalin mancò di ammettere che le classi e la lotta di classe esistono nella società durante tutto il periodo storico della dittatura del proletariato. In Sul progetto di Costituzione dell'URSS egli disse: "La classe dei proprietari terrieri, come sapete, è stata già eliminata a seguito della vittoriosa conclusione della guerra civile. Per quanto riguarda le altre classi sfruttatrici, esse hanno condiviso la sorte della classe dei proprietari terrieri. La classe capitalistica in campo industriale ha cessato di esistere. La classe dei kulak in campo agricolo ha cessato di esistere. E i mercanti e profittatori in campo commerciale hanno cessato di esistere. Così, tutte le classi sfruttatrici sono state ora eliminate". "Le linee di demarcazione tra la classe operaia e i contadini, e tra queste classi e gli intellettuali" [questi esistevano ancora] "vanno scomparendo, e scompare il vecchio esclusivismo di classe. Ciò significa che la distanza tra questi gruppi sociali diminuisce costantemente" e "le contraddizioni economiche tra questi gruppi sociali sono in declino, vanno scomparendo".

  Stalin disse anche : "Un esempio in cui i rapporti di produzione corrispondono completamente al carattere delle forze produttive è costituito dall'economia nazionale socialista dell'URSS, dove la proprietà sociale dei mezzi di produzione corrisponde in pieno al carattere sociale del processo di produzione".

  A livello della teoria, Stalin non riconobbe che la questione di chi vincerà nella rivoluzione deve essere ancora definitivamente risolta durante tutto il periodo storico della dittatura del proletariato; che in altre parole, se tutto ciò non viene trattato in maniera appropriata, esiste la possibilità di un ritorno al potere della borghesia.

  In Sul progetto di Costituzione dell'URSS Stalin disse: "Così, la completa vittoria del sistema socialista in tutti i campi dell'economia nazionale è ora un fatto". Egli disse anche: "Ciò significa che lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo è stato abolito, eliminato, mentre è stata stabilita la proprietà socialista degli strumenti e mezzi di produzione quale incrollabile fondamento della nostra società sovietica".

  Ma dopo tutto Stalin era un fermo rivoluzionario proletario. Dopo un altro lungo periodo di lotta egli si rese conto della questione e, negli ultimi anni della sua vita, affermò che le contraddizioni nella società socialista esistono e che, se non vengono trattate nella maniera appropriata, possono trasformarsi in contraddizioni antagonistiche.

  Nel 1952, l'anno prima di morire, Stalin pubblicò Problemi economici del socialismo nell'URSS. In questo libro egli pose in risalto che in regime socialista esistono ancora contraddizioni tra i rapporti di produzione e le forze produttive.

  In un brano dedicato alla critica a Iaroshenko egli scrisse: "Il compagno Iaroshenko si sbaglia quando afferma che non esiste contraddizione tra i rapporti di produzione e le forze produttive della società in regime socialista. Naturalmente, i nostri attuali rapporti di produzione sono in un periodo in cui si conformano pienamente allo sviluppo delle forze produttive e le aiutano ad avanzare con balzi di sette leghe. Ma sarebbe sbagliato contentarsi di ciò e pensare che non esistono contraddizioni tra le nostre forze produttive e i rapporti di produzione. Certamente esistono ed esisteranno contraddizioni, dato che lo sviluppo dei rapporti di produzione è e sarà in ritardo rispetto a quello delle forze produttive. Con una corretta politica da parte degli organi dirigenti, queste contraddizioni non potranno svilupparsi in antagonismi, e non esisterà alcuna possibilità che si verifichi un conflitto tra i rapporti di produzione e le forze produttive della società. La questione sarebbe diversa se conducessimo una politica errata, come quella raccomandata dal compagno Iaroshenko. In tal caso un conflitto sarebbe inevitabile, e i nostri rapporti di produzione potrebbero diventare un serio freno allo sviluppo delle forze produttive".

  Dopo la morte di Stalin, la cricca revisionista di Kruscev ha usurpato la direzione del Partito e dello Stato, ha trasformato la dittatura del proletariato in una dittatura della borghesia ed ha cominciato a restaurare il capitalismo nell'Unione Sovietica, il primo paese socialista. Questa è la più grande lezione nella storia della dittatura del proletariato mondiale ».


Note


[1] Il testo, citato in una nota dell’editore alla Storia del PC(b), è tratto da Materiale di consultazione per "Un grande documento storico", pubblicato nel 1967 da Hongqi (Bandiera rossa), organo teo­rico del Comitato centrale del Partito comunista cinese, 1967.