LA CONTRORIVOLUZIONE IN URSS
Per un'analisi scientifica degli avvenimenti dopo la morte di Stalin

La domanda che dobbiamo porci è perchè, a partire dalla morte di Stalin, ha preso corpo in Unione Sovietica una tendenza controrivoluzionaria che è sfociata nella fine dell'URSS e del sistema socialista in tutta l'Europa dell'est.

La parola revisionismo non spiega la natura dei fatti e purtroppo coloro i quali hanno denunciato la svolta non sono riusciti a contrastare il corso delle cose con un'analisi concreta e materialistica, né a produrre un antitodo adeguato, sia teorico che strategico. Sicchè nel corso di questi decenni la controrivoluzione ha consolidato le sue basi e la polemica antirevisionista è andata riducendosi a una giaculatoria di frasi fatte.

Per iniziare un discorso nuovo, bisogna riferirsi ad alcune questioni su cui fissare un giudizio attendibile e verificabile.

Prima questione, Stalin. Un dato è certo: per iniziare una controrivoluzione è stato necessario liquidare l'eredità di Stalin, colpire al cuore un sistema di gestione del potere che fino al 1953 ne aveva assicurato la solidità e determinato i vari passaggi storici. Di fatto gli antistalinisti, concentrando la loro azione contro lo 'stalinismo', hanno dovuto constatare che a partire da questo non si poteva che arrivare alla liquidazione del sistema socialista. E' vero, per decenni i critici di Stalin si sono arrabattati in tentativi di rifondazione del comunismo, ma tutto ciò non ha evitato la liquidazione del socialismo in Europa e la pratica dissoluzione del movimento comunista. Quindi, demolizione della figura di Stalin e liquidazione del sistema socialista si sono correlati in modo tale che ne è sicuramente uscita rafforzata quella che è anche la nostra tesi, che dall'attacco a Stalin è partita la controrivoluzione. Mantenere separate le due questioni non ha senso, anche se il revisionismo di varia estrazione ha cercato di farlo, ovviamente senza poter evitare gli esiti della perestroika. Ed è per questo che partiremo da una documentazione sul perchè Kruscev ha attaccato Stalin e quali erano le ragioni di questo attacco.

Kruscev, quello che ha organizzato la prima fase della controrivoluzione, ha mirato dunque al centro della questione, a Stalin. E da questa demolizione, che non ha nulla di personale nonostante le apparenze, sono derivati i passaggi successivi.

Qualcuno va in giro a dire - e si tratta degli antirevisionisti dell'ultima ora - che è il revisionismo ad essere fallito. Questa è una caricatura dei fatti, dal momento che il revisionismo in realtà ha trionfato, con la dissoluzione dell'URSS e dei paesi socialisti, e su questo non vi è dubbio alcuno.

Semmai, dopo aver stabilito un rapporto indissolubile tra attacco a Stalin e controrivoluzione, si tratta di capire perchè questo attacco ha potuto avere successo e quali ne sono state le ragioni oggettive. Non è facile dare una risposta a questo interrogativo. Però la questione va approfondita.

Dopo aver documentato il ruolo di Stalin nella costruzione del socialismo e rimarcato come destalinizzazione e controrivoluzione abbiano marciato di pari passo, ci proponiamo dunque di iniziare una nuova fase di ricerca sulla natura della controrivoluzione, iniziata già nel 1953 con la fucilazione di Beria, e sulle ragioni oggettive che hanno spinto alla svolta negli anni successivi. Una svolta che, come vedremo, ha coinvolto anche la Cina seppure in modo diverso e in anni successivi.

Il testo del 1994 ("Alcuni interrogativi per una discussione sull'89", Napoli, Edizioni Laboratorio Politico) che ripubblichiamo a mo' di premessa a questa nuova fase del nostro lavoro, serve a stimolare una riflessione sulle ragioni che spiegano il successo della controrivoluzione, in modo che si abbia una visione materialistica e non solo soggettiva degli avvenimenti.

Alcuni Interrogativi
per una discussione sull'89

Roberto Gabriele Edizioni Laboratorio Politico, luglio 1994

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