La liquidazione di Kruscev

Dopo 11 anni, dal 14 settembre 1953 al 14 ottobre 1964, Kruscev viene destituito dalla carica di segretario del partito in una riunione del CC in cui la relazione tenuta da Suslov su incarico del Presidium è un durissimo atto d'accusa contro il protagonista del XX congresso. Ne riportiamo di seguito il testo.

Kruscev viene accusato di tre cose. Di comportamenti che hanno violato la collegialità delle decisioni degli organi di partito e di governo, di aver utilizzato nei rapporti internazionali personaggi non autorizzati, di aver provocato danni rilevanti e caos nell'industria, nell'agricoltura e nell'organizzazione del partito.

Rispetto alle accuse non c'è di fatto replica. D'altronde le stesse modalità di convocazione del CC erano state piuttosto singolari. L'organismo del partito era stato convocato senza accordo con il segretario generale, il quale era stato richiamato urgentemente e perentoriamente a Mosca mentre era in viaggio per subire, di fatto, un processo che si conclude con le dimissioni per motivi di 'anzianità' e di 'salute'.

Finisce in questo modo quella che era stata contrabbandata per una svolta epocale che avrebbe dovuto rappresentare il rinnovamento del socialismo e una nuova definizione teorica delle prospettive del comunismo in URSS e dell'intero movimento comunista internazionale. E invece era l'apertura di una controrivoluzione che si sarebbe conclusa con la dissoluzione dell'URSS e del movimento comunista mondiale fondato nel 1919 da Lenin con la III Internazionale.

La destituzione di Kruscev però non avviene, aldilà delle critiche specifiche, sulla base di una riconsiderazione dei punti strategici su cui il processo controrivoluzionario era iniziato, né sugli effetti veri che esso aveva provocato nei paesi socialisti, nelle relazioni con la Cina e con l'Albania e nel determinare una spinta revisionista nel movimento comunista internazionale. Di tutto questo al CC del 14 ottobre del 1964 non si parla affatto, anche se nella relazione di Suslov tra i capi d'accusa contro Kruscev c'è quello di aver sostenuto militarmente l'India negli scontri di confine con la Cina.

La linea che si afferma è quella di di un consolidamento interno e internazionale dell'URSS, di una stabilizzazione del potere dopo le improvvisazioni e il caos provocato dalla politica kruscioviana. Ma non c'è nessuna autocritica sulle scelte essenziali fatte dal gruppo dirigente dopo la morte di Stalin. D'altronde l'ascesa di Kruscev era stata possibile perchè, dalla liquidazione di Beria in poi, tutto il gruppo dirigente del PCUS si era compattato.

L'uscita dal krusciovismo e gli esiti gorbacioviani della controrivoluzione iniziata nel 1953 hanno dunque dimostrato, con i fatti, che l'analisi di Stalin al XIX congresso, sul partito e sui cambiamenti radicali da apportare, era giusta. Se l'analisi era giusta, bisognava anche capire che i rapporti di forza tra spinta rivoluzionaria e conservazione andavano cambiando. Da come Stalin si era mosso al XIX congresso - siamo nel 1952 - e subito dopo col discorso al nuovo CC, si vede che la questione gli era ben presente. Tant'è che nel corso del congresso aveva proposto di non ricoprire più la carica di capo del governo e di segretario del partito che gli fu però ugualmente riattribuita con grandi ovazioni da quegli stessi che diedero poi vita al XX congresso e aprirono la fase della 'destalinizzazione'. Quattro mesi dopo Stalin muore in circostanze poco chiare.