IL RAPPORTO SEGRETO DI KRUSCEV
AL XX CONGRESSO DEL PCUS

Un passaggio essenziale per mettere in crisi l'URSS e il movimento comunista
Chi ha preparato e realizzato l'operazione?

Pubblichiamo[qui] il famoso 'Rapporto segreto' di Kruscev al XX congresso del PCUS, un rapporto che ha una storia singolare. Esso non fu letto ai congressisti in seduta pubblica, ma a porte chiuse, con la presenza dei soli delegati. Alle delegazioni straniere fu letto direttamente e separatamente, ma non consegnato. E mentre ufficialmente il Rapporto veniva ignorato, negli USA ne veniva pubblicata una versione che per molto tempo non fu accreditata, ma che alla fine venne riconosciuta come valida. In sostanza alla fine divenne la verità ufficiale su Stalin e i suoi 'crimini'.

Grover Furr ha scritto un importante libro su questa vicenda intitolato Kruscev ha mentito. Il libro, uscito inizialmente in russo nel 2007, è stato tradotto in varie lingue e pubblicato in molti paesi. Nel settembre 2015 è uscita anche una nuova edizione in russo. Una traduzione italiana è annunciata per il mese di novembre presso la casa editrice La città del sole. Il libro contiene una vasta documentazione sulle menzogne di cui è infarcito il famoso 'Rapporto segreto'. Sarà necessario dunque che i nostri lettori si procurino il testo di Grover Furr non appena uscirà in italiano (possono anche mandarci le richieste con il relativo indirizzo che verranno trasmesse all'editore). Nel frattempo segnaliamo anche le edizioni in diverse altre lingue, tra cui francese, inglese e spagnolo e gli indirizzi a cui possono essere richieste direttamente [qui].

Un'attenzione particolare meritano le accuse di Kruscev a Stalin di essersi "fidato" di Hitler e di non aver preparato l'URSS a sostenere l'attacco delle divisioni corazzate hitleriane. In realtà la guerra lampo su cui contavano i comandi tedeschi si è arenata già nelle prime settimane. A questo proposito rimandiamo a ulteriori nostre considerazioni [qui] e a un testo che mette in luce l'importanza della battaglia di Smolensk del luglio 1941 [qui]. Molto materiale sulla assurdità e totale malafede delle accuse di Kruscev si può trovare anche nel fascicolo n. 12 dedicato agli anni di Stalin, L'URSS e la seconda guerra mondiale: perchè ha vinto l'Armata Rossa, [l'indice qui] .

La falsità delle "rivelazioni" di Kruscev, sempre riprese poi dagli storici che vanno per la maggiore oltre che dalla propaganda anticomunista, viene documentata brillantemente anche in un'altra opera di Grover Furr e Vladimir Bobrov [qui], tradotta recentemente in italiano per Noi Comunisti. Questo saggio mette bene in evidenza il carattere fraudolento che unisce come un filo la demonizzazione dell'URSS e di Stalin a partire da Trotski, passando per Kruscev e la guerra fredda, fino a Gorbacev e alla onnipresente vulgata anticomunista odierna.

Un ruolo importante in questa vulgata anticomunista compete a Robert Conquest, lo storico britannico recentemente scomparso, autore de 'Il grande terrore', che in realtà più che come storico risulta aver lavorato come agente di Sua Maestà. Anche in questo caso Grover Furr col suo 'Antinecrologio' [qui] dedicato a Conquest ci aiuta a smascherare le tante menzogne passate in giudicato come altrettante inoppugnabili verità e a capire la singolare analogia che emerge tra il 'Rapporto segreto' di Kruscev e le ricostruzioni di Conquest.

Sulla base dei lavori di Grover Furr e di Vladimir Bobrov, basati su documenti degli archivi sovietici, si può dunque verificare il carattere fraudolento delle affermazioni fatte da Kruscev nel Rapporto segreto. Al di là di ciò, dobbiamo però domandarci chi ha organizzato l'operazione XX congresso e perchè.

Una domanda iniziale riguarda il perchè gli americani hanno potuto violare la segretezza imposta al congresso, venendo in possesso del testo e dandone grande pubblicità non solo sulla stampa americana, ma in quella di tutto il mondo. Si trattava solo della capacità dei servizi americani di penetrare nei segreti del PCUS o di qualcosa di diverso? Se noi colleghiamo le menzogne del rapporto segreto con l'uso americano che ne è stato fatto possiamo pensare che le due cose non sono scollegate e più avanti vedremo perchè.

Il XX congresso si è tenuto a Mosca dal 14 al 25 febbraio 1956, cioè tre anni dopo la morte di Stalin. Che bisogno c'era di affrontare la questione Stalin nei termini violenti e menzogneri del Rapporto segreto?

In realtà il percorso controrivoluzionario iniziato subito dopo la morte di Stalin aveva le sue tappe precise. La prima fu la liquidazione di Beria, la seconda ha visto l'emarginazione di Malenkov, Molotov e Kaganovic che, pur avendo partecipato alla prima fase del colpo di stato krusceviano, non ne accettavano le conclusioni più estreme; la terza tappa è stata la messa in discussione delle basi materiali e teoriche su cui il PCUS aveva operato, sotto la direzione di Stalin, dal 1924 al 1953. Per fare quel passaggio bisognava creare le condizioni emotive e politiche affinchè l'operazione avesse successo.

Il Rapporto segreto, da questo punto di vista, servì a sondare i contraccolpi che la cosiddetta 'destalinizzazione' avrebbe provocato nel partito, nel movimento comunista internazionale e nella società sovietica. Per questo le procedure seguite avevano il carattere insolito della segretezza da una parte e della pubblicità trasversale, assicurata dai servizi americani dall'altra. Gli effetti potevano non essere scontati. Il partito riunito a congresso nel febbraio del 1956 era ormai conquistato alla nuova linea e si muoveva in sintonia. I problemi invece potevano riguardare il movimento comunista internazionale, come in effetti è stato, e la risposta dei popoli dell'Unione Sovietica.

Nel movimento comunista internazionale, la polemica, dopo i primi tentennamenti, si è accesa con forza e ha portato alla sua rottura sotto la spinta, in particolare del PCC e del Partito del lavoro albanese. Delle vicende e delle posizioni dei vari partiti comunisti parleremo però in una sezione specifica del nostro lavoro.

Ora ci preme sottolineare i caratteri dell'operazione antistaliniana che Kruscev portò avanti nel paese per ottenere i consensi alla sua linea. Il primo punto di questa strategia fu le denuncia della repressione staliniana che, rovesciando il concetto di dittatura rivoluzionaria, diventava persecuzione. Liberare i prigionieri e riabilitare i condannati dava il senso dell'apertura di una nuova, illusoria, fase di liberalizzazione che avrebbe portato a un'effettiva democrazia. Anche sulle questioni economiche, modificando i concetti di pianificazione e di relazioni interne ai settori produttivi si faceva credere che l'abbondanza e il comunismo fossero a portata di mano.

Oltre a ciò, e con molta lucidità, Kruscev puntò alla revisione dei presupposti su cui il movimento comunista era stato fondato da Lenin: il giudizio sull'imperialismo e la interpretazione del concetto di coesistenza pacifica, la questione della presa del potere e, infine, l'inasprimento dello scontro con i nemici del socialismo man mano che il socialismo avanzava.

L'operazione XX congresso ha avuto dunque una lucida regia che dalla liquidazione di Beria in poi ha realizzato i suoi obiettivi anche se Krusciov, nel 1964, è crollato sotto il peso delle contraddizioni che la sua politica aveva creato. Ma la sua caduta non ha sanato le ferite aperte nel movimento comunista. Nè a questo ha posto rimedio il periodo in cui Breznev ha guidato l'Unione Sovietica e che ha preparato il terreno al liquidatore finale del socialismo, Gorbacev.

Rimane in piedi la domanda sul perchè tutto ciò sia potuto accadere. E' ovvio che l'esito non può che essere riportato alle questioni oggettive. Perchè Kruscev non avrebbe potuto portare avanti la sua linea criminale se non fossero esistiti problemi che vanno indagati senza ricorrere agli schematismi sul revisionismo, ma sulla base di una concezione storico-materialista scientifica, e anche beninteso fuori da una visione neoriformista che vuole ricostruire gli avvenimenti non analizzando i nodi reali cui il socialismo realizzato si trovava di fronte, ma riferendosi a modelli astratti su cui il socialismo realizzato avrebbe dovuto marciare.

Ad ogni modo le conclusioni del XX Congresso non passarono senza incontrare resistenza. Se è vero che la prima mossa dopo la morte di Stalin - quella della liquidazione di Beria, con il concorso anche del maresciallo Zukov - fu comunque accettata, dopo il congresso del 1956 nel Presidium del CC del PCUS si aprì uno scontro molto duro che terminò con la liquidazione del cosiddetto 'gruppo antipartito' di cui facevano parte Malenkov, Molotov, Kaganovic e Scepilov. E' importante notare che nel giugno 1957 l'iniziativa fu presa proprio dagli avversari di Kruscev che nella seduta del Presidium del CC del 7-8 giugno approvarono a maggioranza la sua destituzione da segretario. Una importante esponente kruscioviana, Jekaterina Furceva, organizzò la contromossa convocando una riunione straordinaria del CC in cui la maggioranza scaturita dal XX Congresso capovolse la situazione e decretò l'espulsione dal CC del 'gruppo antipartito'. Su questo episodio riportiamo [qui] la ricostruzione e il commento contenuto nei diari pubblicati da Kurt Gossweiler.