Mentre si andava sviluppando lo scontro internazionale nel movimento comunista sulle questioni poste dal XX congresso del PCUS rispetto alla coesistenza pacifica, alle vie parlamentari al socialismo e alla necessità storica della dittatura proletaria, Mao apre in Cina lo scontro dentro il PCC su due questioni importanti di carattere strategico e teorico, la lotta tra le due linee nella edificazione del socialismo e la necessità di combattere il 'Kruscev cinese' e le nuove teorie economiche mutuate dai sovietici.
Già nel 1957 nel suo scritto 'Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo' Mao scrive:
"...In Cina, sebbene nel complesso la trasformazione socialista sia stata completata per quanto riguarda il sistema di proprietà, ... esistono ancora i resti delle classi rovesciate dei proprietari terrieri e dei compradores, esiste ancora una borghesia, ed il lavoro per trasformare la piccola borghesia è appena cominciato...
La questione di chi vincerà, se il socialismo o il capitalismo, non è ancora in verità risolta... la lotta di classe tra proletariato e borghesia, la lotta di classe tra differenti forze politiche, e la lotta di classe in campo ideologico tra il proletariato e la borghesia continuerà ad essere lunga e tortuosa ed a volte diventerà persino acuta."
In termini più generali, la questione verrà poi ripresa alla 10ª sessione plenaria dell'VIII CC del PCC nell'agosto 1962 in cui si dichiara:
"La società socialista si estende per un periodo molto lungo, nel quale continuano ad esistere le classi e la lotta di classe, e inoltre la lotta tra la via socialista e la via capitalista e il pericolo di una restaurazione capitalistica. Dobbiamo riconoscere la natura prolungata e complessa di questa lotta, aumentare la nostra vigilanza e condurre l'educazione socialista. Dobbiamo capire e affrontare in maniera corretta le contraddizioni tra noi e il nemico distinguendole da quelle in seno al popolo e trattarle in modo corretto. Altrimenti un paese socialista come il nostro si trasformerà nel suo opposto e degenererà, ed avrà luogo una restaurazione capitalistica".
Mao e il PCC rovesciano così l'impostazione kruscioviana che va verso lo stato di tutto il popolo e la denuncia del ruolo della dittatura proletaria esercitata in URSS sotto la direzione di Stalin e ripropongono un'analisi marxista e rivoluzionaria delle contraddizioni che operano anche dopo la presa del potere.
Purtroppo il movimento comunista, meglio sarebbe dire i partiti comunisti degli anni'60, non hanno avuto la possibilità, la forza e la determinazione per impegnarsi in un dibattito sulle questioni generali poste da Mao e dai comunisti cinesi. Solo nel 1964 il memoriale di Yalta scritto da Togliatti alla vigilia della sua morte e della destituzione di Kruscev cerca di impostare un discorso sul policentrismo, di fatto l'apertura alla coesistenza tra posizione diverse. Tuttavia le esigenze immediate dello scontro, la necessità di rispondere colpo su colpo al susseguirsi rapido degli avvenimenti, determinano un corto circuito dal quale il movimento comunista non si è più risollevato rimanendo poi sostanzialmente sommerso dalle macerie del crollo del muro di Berlino, della fine dell'URSS e degli esiti della rivoluzione culturale. Mao aveva detto che la rivoluzione non è un pranzo di gala, ma il medesimo concetto vale anche per la controrivoluzione.
Di chi è la responsabilità di questo corto circuito? E' chiaro che il PCUS con Kruscev ha messo in moto la macchina della controrivoluzione ma, come avviene in epoche di grandi cambiamenti, i fattori oggettivi, rimasti sopiti in una condizione storica diversa, sono quelli che in definitiva determinano l'esito della lotta. E su questo bisognerà indagare e a fondo.
Per ora ci limitiamo a dire che lo scontro interno in Cina tra le due linee, il caos generato in URSS da Kruscev, i cambiamenti nelle democrazie popolari sotto la spinta delle forze borghesi legate all'occidente capitalistico, la spinta riformista nei partiti comunisti europei, hanno avuto effetti concomitanti creando una situazione di non ritorno rispetto al 1956, l'anno del XX congresso del PCUS.
Ma prima di arrivare a questo punto, nell'arco di quasi 20 anni, in Cina si è combattuta una lotta durissima tra le due linee, sfociata nel 1966 nella rivoluzione culturale. Ora ci limitiamo ad esaminare, sulla base di due scritti, i contenuti di questa battaglia sul terreno della linea economica e della costruzione del socialismo. Sono le premesse alla rivoluzione culturale. A partire dalla lotta contro il 'Kruscev cinese', identificato in Liu Shao Qi che all'epoca ricopriva la carica di Presidente della RPC.
Lo scontro nel gruppo dirigente del PCC e nel partito, prima di svilupparsi apertamente, aveva avuto una anticipazione nella fase del 'grande balzo in avanti' e della costituzione delle Comuni popolari. Già a quell'epoca Mao era il fautore di un progetto di sviluppo del socialismo basato sulla partecipazione delle masse e sulla direzione politica diretta nelle fasi di costruzione del socialismo, contro l'ipotesi di liberalizzazione dell'economia e di sviluppo delle forze produttive affidato alle leggi di mercato e agli esperti. Questo scontro sulle Comuni popolari, che implicava un'organizzazione sociale integrata in tutti i settori e un nuovo rapporto tra agricoltura e lavoro di tipo industriale, si era concluso senza un esito definitivo e con un arretramento del ruolo di Mao nel partito. Ma la battaglia era solo rimandata.
Alla vigilia del lancio della campagna definita 'rivoluzione culturale' le posizioni si esplicitano e si definiscono i termini delle alternative in campo, la sostanza delle due linee. Le posizioni sono riassunte nei due documenti che pubblichiamo.
1) Sul programma economico e sulla posizione politica reazionaria di Sun Yeh-fang, Hongqi (Bandiera Rossa), 1966. Sun Yeh-fang era stato direttore dell'istituto di economia dell'Accademia cinese delle scienze. [qui]
2) Due linee diametralmente opposte nell'edificazione dell'economia, pubblicazione congiunta di Wenhui, giornale di Shanghai, Jiefang Ribao, quotidiano dell'Esercito popolare di liberazione e Vita dell'organizzazione di partito, 23 agosto 1967. [qui]